Non si ferma la crescita dei tassi sui nuovi mutui bancari. Secondo quanto riportato dai dati del rapporto mensile dell’Abi a maggio il dato è cresciuto all’1,93%, rispetto all’1,81% di aprile. Si tratta del livello più alto da gennaio 2019, quando si attestava all’1,95%.
Quanto agli altri tassi, invece, quello medio sul totale dei prestiti rimane sostanzialmente invariato rispetto a quello del mese precedente registrando il 2,17%. Quello medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese scende invece all’1,13% dall’1,23%
Gli effetti del rialzo globale dei tassi di interesse, spinti dall’inflazione, sono riscontrabili nella vita di tutti. Ad esempio, chi ora volesse comprare casa attraverso un mutuo a tasso fisso si è visto triplicare il tasso di riferimento.
Quanto ai mutui già sottoscritti, occorre distinguere tra:
- quelli a tasso fisso (che fortunatamente comprendono l’85% dei mutui che sono stati erogati negli ultimi anni), per cui non cambia nulla;
- quelli a tasso variabile, dove il tasso segue l’evoluzione dei tassi ufficiali, e quindi probabilmente sarà soggetto a rialzi.
Tali crescite arrivano proprio mentre la Bce ha annunciato un primo incremento dei tassi a partire dalla prossima riunione di luglio. Decisione che ha creato grande affanno alle Borse mondiali e che ha fatto chiudere Piazza Affari il 10 giugno 2022 con un pesantissimo -5,17%.
L’ambito maggiormente influenzato da questa decisione della Bce è inevitabilmente il mercato dei prestiti.
Cosa ha spinto la Bce ad alzare i tassi di interessi?
La ragione principale della svolta è da ricercarsi nell’andamento dell’inflazione. Nello statuto della Bce è indicato il mantenimento del carovita in prossimità del 2%. Per molti anni i prezzi nell’Eurozona sono cresciuti ben al di sotto di questa soglia, per cui la Bce ha tenuto a lungo i tassi ufficiali a zero.
La situazione è cambiata drasticamente a partire dalla primavera 2021, quando la ripresa post-pandemica è stata più veloce del previsto e ci si è ritrovati in uno scenario in cui la domanda era maggiore dell’offerta con conseguente incremento dei prezzi.
La situazione, poi, è ulteriormente peggiorata con lo scoppio della guerra in Ucraina, che ha privato l’economia globale di enormi quantità di materie prime, facendo impennare i prezzi. Il risultato? A maggio 2022 i prezzi dei beni al consumo sono cresciuti nell’Eurozona dell’8,1% sui dodici mesi, in forte accelerazione rispetto al +7,4% di aprile.
Impossibile quindi non notare il divario tra queste cifre e il 2% registrato un anno fa, a maggio 2021.
Le misure della Bce
Alla luce della situazione che stiamo vivendo, la Bce ha annunciato che dal 1° luglio ci sarà lo stop per gli acquisti di titoli di Stato e il 21 luglio, prossima riunione del Consiglio direttivo, si assisterà al primo rialzo dei tassi di interesse da 11 anni.
Per il momento il ritmo sarà contenuto: solo 25 centesimi.