Carlo Fuortes, l’AD della RAI commenta la crisi economica della rete pubblica auspicando un aumento della pubblicità, e l’estensione del canone anche a chi non ha TV ma possiede smartphone e tablet.
La proposta è già stata criticata e bocciata da tutte le parti, ma fanno rumore le parole dell’AD della RAI Carlo Fuertes, che commenta così la crisi economica in cui versano le casse della televisione di Stato:
Tra il 2008 e il 2020, i ricavi del Gruppo Rai dovuti al canone sono in calo per circa 700 milioni di euro. Siamo passati dai 3 miliardi e 210 milioni del 2008 ai 2,5 miliardi del 2020. Un grande calo, del 22%, ascrivibile principalmente alla riduzione dei ricavi pubblicitari e di altri ricavi commerciali.
Guardando agli altri paesi, Fuertes ascrive al canone della RAI un valore “incongruo, oltre che incerto”. Se il canone RAI in Italia costa ora infatti 90 euro, in Croazia costa 127 euro, in Francia 138, in Gran Bretagna 185, in Germania 220 e in Svizzera 312 euro. Secondo Fuertes quindi, in Italia si paga un “canone incongruo rispetto ai grandi impegni che Rai ha nella gestione dei compiti di servizio pubblico”.
Le 3 proposte dell’AD della RAI (bocciate):
Come abbiamo detto, le dichiarazioni di Fuertes hanno subito suscitato un gran movimento nei partiti politici, in particolar modo dall‘opposizione di Giorgia Meloni e Matteo Salvini.
È quindi molto probabile che le proposte rimangano comunque tali, nonostante il monito finale di Fuertes che dichiara:
O si garantiscono risorse adeguate alla Rai, avvicinandosi a quello che accade in altri grandi Paesi europei, oppure bisognerà ridurre il perimetro di azione e avremo il grande rischio sullo sviluppo futuro, e principalmente sugli investimenti sia sul prodotto culturale che su quello tecnologico
Ma vediamo le proposte dell’AD RAI:
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Cancellare la tassa di concessione sul canone ordinario RAI, con eliminazione dell’attuale trattenuta da 110 milioni.
In questo modo alla RAI arriverebbe l’intero ammontare delle risorse del canone.
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Ampliamento del perimetro di applicazione del canone ai device multimediali
In questo modo anche chi non possiede una TV ma ha uno smartphone o tablet, dovrà pagare il canone RAI in bolletta e non potrà chiedere l’esenzione legittima.
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Rimodulazione del limite di affollamento pubblicitario per singola fascia all’8%
In questo modo, aumenterebbe la pubblicità fino all’8% in più nella stessa fascia oraria. La RAI avrebbe più introiti, per gli utenti ciò equivarrebbe a maggiori attese tra i programmi con tempi pubblicitari più lunghi.