L’Autorità Antitrust ha annunciato una multa da 1milione di euro a Tiger Group e da 500mila euro per Immobiliare.it.
Ma quali sono stati i comportamenti scorretti che hanno portato le due società subire sanzioni così salate?
Tiger Group: multa per vendita di oggetti non disponibili con rimborsi in ritardo
Nel caso di Tiger Group, l’AGCM ha accertato le pratiche commerciali scorrette nelle attività di vendita online dell’azienda: dall’istruttoria è emerso che la società avrebbe venduto su Internet prodotti non più disponibili, ritardandone poi i rimborsi.
L’antitrust ha infatti accertato ben due tipologie di comportamenti scorretti, ognuna delle quali sanzionata con una multa da 500mila euro:
- L’aver messo in vendita su Internet e aver indotto gli utenti ad acquistare prodotti che non erano più disponibili in magazzino. In tal modo il consumatore avrebbe subito “dapprima l’immediato prelievo dell’importo e poi la ritardata o mancata consegna e l’annullamento dell’ordine”. Una nota dolente inoltre sono i tempi particolarmente dilatati per il pagamento dei rimborsi. Soprattutto dal momento che gli oggetti comprati erano spesso di valore, come ad esempio smartphone.
- Nella fase di post-vendita, sono state evidenziate “un complesso di condotte dilatorie e ostruzionistiche volte a impedire/ostacolare l’esercizio del diritto di recesso e di rimborso da parte dei consumatori, esercitato a seguito di mancata/ritardata consegna dei prodotti e/o di annullamento unilaterale del contratto” da parte della società.
Immobiliare.it: multa per omissione della posizione di primato
Quanto a Immobiliare.it, l’AGCM ha aperto un’istruttoria su segnalazione del portale concorrente Idealista. La multa è pari a 500mila euro per non aver rispettato gli impegni presi nel 2016. Immobiliare.it infatti non ha indicato “gli elementi utili a dimostrare la vantata posizione di primato (sul mercato), non più vecchi di tre mesi. E delle relative fonti pubbliche di riferimento, impregiudicata qualsiasi valutazione in merito all’adeguatezza dei parametri e/o indicatori utilizzati, e della conseguente correttezza delle affermazioni di supremazia”.
L’Antitrust ha basato la propria sanzione su due le constatazioni fondamentali, così riassunte: