Il 2022 non si prospetta come un anno di risparmio: anzi, la crisi energetica in atto ha fatto schizzare in alto i prezzi dell’elettricità e del gas metano, necessari sia per il nostro riscaldamento, che soprattutto nel settore produttivo.
Uno dei settori che non ha ancora mostrato interamente gli effetti del caro-energia è il settore alimentare. Finora, gli aumenti sono stati contenuti, ma ciò che ci aspetta nei mesi a seguire è con ogni probabilità una vera crisi dell’alimentare.
A novembre scorso, il carrello della spesa aveva infatti registrato un aumento tra l’1% e l’1,2%, tutto sommato contenuto: ma nel 2022 questa tendenza è destinata a salire. Oltre all’aumento dei costi di produzione e trasporto, incideranno nei rincari anche le forti tensioni sul mercato delle materie prime ed i maggiori costi degli imballaggi. Infine, il rincaro dei mangimi e dei concimi faranno sentire il proprio peso soprattutto a partire dal 2023.
Il peso del caro-energia l’hanno finora affrontato le varie aziende agricole, costrette, da mesi, a dover fronteggiare rincari di gran lunga superiori a quelli che i consumatori hanno visto nel carrello. Si parla di aumenti a due cifre percentuali, accompagnati inoltre da maggiori costi legati all’acquisto di fertilizzanti e mezzi tecnici, che hanno subito rincari stratosferici.
Al quotidiano Il Mattino, il fondatore della catena di supermercati discount MD, Patrizio Podini ha rilasciato un’intervista confessando che anche la filiera dei discount dovrà aumentare i prezzi.
«Noi aumenteremo un po’ i prezzi cercando di contenerli al massimo, ma speriamo di conquistare nuovi consumatori e che questi, quando confronteranno i nostri prezzi con quelli dei supermercati, ribadiranno la nostra competitività ».
Qualche esempio?
«Un chilo di pomodori in scatola costerà almeno il 30% in più. Ma già adesso l’olio di semi è aumentato del 50% e non sono neanche stati trasmessi tutti i prezzi al pubblico».