L’Agenzia delle Entrate ha come obiettivo quello di incassare 2,8 miliardi di euro in più dalla lotta all’evasione fiscale entro il 2025. Un lavoro che, per essere portato a termine con successo, prevede un ambizioso piano di reclutamento di ben 11mila funzionari.
Ma meno di 3 miliardi di euro su un’evasione fiscale che raggiunge i 100 miliardi nel nostro Paese non è un po’ poco? È stato fatto notare ad Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate, il quale ha messo in chiaro che:
Al via i controlli incrociati per la lotta contro l’evasione fiscale
Una risorsa di fondamentale importanza per la lotta all’evasione fiscale sarà l’Archivio dei conti correnti. Questo consente di intercettare, ad esempio, i soggetti con residenza fittizia all’estero, ma che hanno conti correnti nel nostro Paese.
Si comincerà dal 2017. Verranno effettuate le prime estrapolazioni basandosi su dati pseudonimizzati (cioè inizialmente anonimi e poi utilizzabili in base a informazioni aggiuntive). In tal modo, si tenterà di individuare soprattutto quei soggetti che “avevano grandi movimentazioni sui propri conti correnti, ma non hanno presentato la dichiarazione dei redditi”. Infatti, oltre l’80% del totale dell’evasione riguarda chi non presenta la dichiarazione dei redditi o la presenta in modo infedele; meno del 20% la cosiddetta evasione da versamento, cioè di chi presenta la dichiarazione, ma poi non salda quanto deve.
Si punta ad un fisco più equo
Al momento, 13 esperti stanno lavorando sul dare corpo alla delega fiscale approvata dal Parlamento prima della pausa estiva riguardo l’accertamento tributario.
La sfida è quella di mantenere alti i controlli nei confronti dell’evasione e, al contempo, tutelare maggiormente i diritti dei cittadini sempre più spesso calpestati dal fisco.
Sarà necessaria, poi, anche una svolta nel metodo di lavoro e nelle tecnologie utilizzate, inclusa l’intelligenza artificiale, “che consentiranno di far dialogare meglio le banche dati per prevenire gli errori dei contribuenti e, soprattutto, per concentrate le attività di controllo sui soggetti a più alto rischio di evasione fiscale. Parte integrante della nuova strategia, però, saranno gli accordi preventivi”.
Tutte queste manovre avrebbero un unico, grande obiettivo: quello di contribuire a rendere il fisco italiano “un corretto ed equo interlocutore“.