Secondo i calcoli del simultaore dell’Inps “Pensami” le pensioni sono sempre più lontane per i giovani.
L’esempio preso in considerazione? Un 25enne in attività da 12 mesi potrà andare in pensione anticipata a 70 anni e a riposo per vecchiaia a 70 anni e 6 mesi. Il tutto però solo se ha accumulato contributi di almeno 46 anni e 4 mesi nel primo caso e oltre 20 anni nel secondo.
Insomma, la cessazione dell’attività lavorativa per un giovane è così lontana da sembrare un miraggio!
Inps: la nuova versione del simulatore “Pensami” permette di calcolare le proprie prospettive sulle pensioni
Inps ha recentemente reso disponibile sul proprio sito web una nuova versione del simulatore “Pensami – Pensione a misura”, che consente ai cittadini di calcolare le proprie prospettive pensionistiche senza la necessità di effettuare alcuna registrazione. Il simulatore fornisce informazioni riguardanti le pensioni cui è possibile accedere sia nelle singole gestioni previdenziali, sia cumulando tutta la contribuzione, ma non gli importi delle prestazioni.
Tieni presente, però, che il simulatore lavora sulle regole attuali e chiaramente non può tenere conto di eventuali sbalzi sull’aspettativa di vita, né di cambiamenti delle regole ancora non entrati in vigore. Il sistema non contempla, infatti, le ultime novità delle legge di Bilancio 2023 e per questo a giorni sarà nuovamente aggiornato.
La nuova versione di “Pensami” presenta un percorso semplificato per quanto riguarda:
- inserimento dei dati anagrafici e contributivi;
- selezione di eventuali istituti aggiuntivi che potrebbero anticipare l’accesso alla pensione (riscatto titoli di studio universitari, periodi di lavoro all’estero, maternità fuori dal rapporto di lavoro, ecc.);
- visualizzazione dei possibili scenari pensionistici.
Per ulteriori informazioni ti consigliamo di dare un’occhiata al video di presentazione del servizio.
Alcuni esempi di simulazioni con “Pensami”
Come riportato da Il Sole 24 Ore, utilizzando il simulatore dell’Inps, un uomo nato a gennaio 1982, quindi con poco più di 40 anni che ha iniziato a lavorare nel 2010 (a 28 anni), potrà andare in pensione anticipata a 66 anni e 2 mesi. Questo solo nel caso in cui abbia versato almeno 20 anni di contributi e abbia maturato un importo di pensione superiore a 2,8 volte il minimo.
Per le donne la situazione è ancora più critica. Ad esempio, per una donna nata a ottobre 1962, quindi con 60 anni appena compiuti, che abbia cominciato a lavorare nel 1987 (a 25 anni), la pensione anticipata e di vecchiaia, se la contribuzione sarà continua, coincideranno e arriveranno il primo aprile del 2030 a 67 anni e 5 mesi o con 42 anni e 3 mesi di contributi.