Il superbonus 110% per i lavori di ristrutturazione di edifici esistenti o interventi di miglioramento di efficienza energetica è stato ufficialmente prolungato al 2023.
È arrivato prima del previsto il prolungamento del Super Bonus edilizio per la ristrutturazione e la riqualifica energetica degli edifici fino al 2023.
Il via libera è arrivato grazie all’ok del Consiglio del Consiglio dell’Unione Europea al PNRR italiano e alla successiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto del ministero dell’Economia e delle Finanze 6 agosto.
Il bonus era inizialmente previsto per il 2023 soltanto per gli edifici popolari, ma è stato allargato anche ad altre tipologie di immobili. Beneficeranno di questo “allargamento” infatti anche le persone fisiche fuori dall’esercizio d’impresa, i condomini, le cooperative di abitazione a proprietà indivisa, IACPP, organizzazioni di volontariato e associazioni, società sportive dilettantistiche. Ma ancora, anche alberghi, agriturismi, ristoranti, impianti sportivi, scuole paritarie, strutture religiose, case di cura, convitti, seminari e conventi, orfanotrofi e ospedali.
Per il Super Bonus 110% ci sono a disposizione 13,95 miliardi del PNRR, di cui 10,255 miliardi per progetti in essere e 3,695 miliardi per nuovi progetti.
Bonus più semplificato
Inoltre, grazie al Decreto Semplificazioni, si è semplificata la procedura per accedere al bonus.
A partire dal 6 agosto, basta infatti la sola CILA (Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata) e viene detto addio al requisito aggiuntivo della SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) e allo stato legittimo, ossia la documentazione, rilasciata da un tecnico abilitato, in cui risulti la regolarità dell’immobile e l’assenza di violazioni urbanistiche.
Il superbonus 110% è diventato quindi assimilabile a tutti gli altri bonus fiscali e crediti di imposta edilizi e, in particolare, al bonus facciate del 90%. Nello specifico, la nuova norma prevede che gli interventi incentivati con il Superbonus 110% costituiscano «manutenzione straordinaria». Sono quindi quindi realizzabili «mediante comunicazione di inizio lavori asseverata».
La sostituzione dell’attestazione di stato legittimo con la sola Cila permetterà di evitare le lunghe attese negli archivi edilizi del Comune. Gli sportelli comunali finora avrebbero potuto anche valutare un intervento come troppo invasivo e dunque richiedere anche la SCIA. Con la nuova semplificazione, il risparmio di tempo sarà di circa 3 mesi di tempo e complessivamente di 110 milioni di euro.