La garanzia statale fa accorrere i giovani alla richiesta del mutuo, ma i minimi storici non sono più così minimi: ecco il rialzo degli interessi per il 2021.
Addio mutui ai minimi storici: il rialzo c’è stato, da diversi mesi ormai, anche se molto lento. Ma è un trend che ormai si sta confermando come sicurezza e che gli esperti prevedono che continuerà per tutto il 2021.
Una tendenza che secondo gli addetti ai lavori va spiegata analizzando i due rami che determinano il calcolo del tasso di interesse dei mutui, ossia il tasso interbancario (Eurirs per il fisso ed Euribor per il variabile) e lo spread stabilito dalla banca.
Il rialzo dei mutui a tasso fisso è stato azionato soprattutto dal primo dei due tassi: rispetto a inizio 2021 infatti, gli indici Eurirs sono saliti dallo 0% allo 0.4% costringendo le banche che sono sul mercato con prodotti a tasso finito ad adeguare il nuovo tasso in funzione del rialzo degli Eurirs. Per gli istituti che invece non presentano prodotti a tasso finito ma distinguono i due elementi nell’offerta (quindi spread+Eurirs), il Tan (Tasso Annuo Nominale) è naturalmente cresciuto, pur a parità di spread, in funzione del movimento rialzista dei tassi interbancari.
Non è cambiato invece l’Euribor, che per i mutui a tasso variabile è rimasto negativo a -0.54% a giugno 2021, stesso dato dei 4 mesi precedenti e dei primi dieci giorni di luglio 2021.
In definitiva, per i mutui a tasso variabile, la crescita dei tassi tra inizio 2021 e oggi è stata pari al 14%, mentre in quelli a tasso fisso si sono aggiunti 32 punti base.
I giovani ora vogliono la casa
Nonostante l’aumento dei tassi fissi e variabili, i giovani non si fanno scoraggiare e anzi, secondo gli ultimi dati, stanno approfittando degli incentivi del Governo per acquistare la prima casa.
Per gli specialisti dell’Osservatorio di MutuiSupermarket.it la domanda «è in gran fermento: a inizio anno, gli under 36 costituivano il 36% della domanda totale di mutui acquisto. Questa quota è cresciuta a luglio fino al 42%».
Tutto merito della garanzia statale sui mutui fortemente voluta da Mario Draghi. Secondo l’Osservatorio, le grandi banche dovranno adeguarsi entro fine mese alle condizioni di offerta dei mutui regolate dal decreto di Draghi. «In termini di tassi, le banche aderenti all’iniziativa dovranno concedere a questa fascia d’età un Taeg inferiore all’1,86% in caso di mutuo a tasso fisso e inferiore al 2,22% in caso di tasso variabile», spiegano a Repubblica.it gli esperti dell’Osservatorio.
Di fatto, «le offerte migliori di mutuo al 100% a 20 anni, senza garanzia Consap, hanno un Taeg a partire dal 2,35% per i mutui a tasso fisso e 1,74% per i mutui a tasso variabile».
Quindi le banche aderenti all’offerta di garanzia dello Stato per i mutui che coprono tutto (o quasi) il valore dell’immobile «saranno costrette a sforbiciare i mutui a tasso fisso scendendo sotto il Taeg dell’1,86%. Sul fronte del variabile, le offerte in corso già si bilanciano sotto il 2,22%. Questo quadro può indurre gli istituti di credito a favorire le erogazioni Consap a tasso variabile ad alto loan to value che tuttora consentono margini favorevoli».