Più soldi e contributi alla formazione: è uno degli obiettivi posti dal PNRR, il Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza finanziato dai fondi europei nell’ottica di far riemergere le economie del nostro continente, colpite duramente dalla pandemia di Covid-19.
Non solo però meri numeri e ripresa economica: il PNRR ha una forte componente sociale, con un piano welfare che in una parte va a beneficiare gli studenti universitari e la loro formazione. Nello specifico, la ministra dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa ha ribadito recentemente ad un’intervista ad ANSA che le risorse verranno utilizzate per favorire la formazione degli studenti universitari sia residenti nella stessa città della propria facoltà, sia fuori sede. Inoltre, un contributo speciale è previsto per l’iscrizione delle ragazze alle facoltà STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica).
Un fondo da 500 milioni
Il contributo previsto dal PNRR è di 166/167 milioni l’anno per i prossimi tre anni (a.a. 2022/2023; 2023/2024; 2024/2025) e sarà usato per aumentare le borse di studio rivolte agli studenti e alle studentesse, e per incentivare gli studi delle ragazze nelle facoltà scientifiche.
Così, con il PNRR, le borse di studio aumenteranno di 700 euro l’anno per gli studenti e le studentesse in sede, e di 900 euro l’anno per chi studia fuori sede.
Negli ultimi 5 anni, il valore medio delle borse di studio universitarie è aumentato del 18% arrivando a più di 1400 euro l’anno. Tuttavia, il numero di borsisti e borsiste è ancora troppo basso in Italia rispetto alla media europea. In Italia questo numero si assesta all’11,9%, ma in Francia e Spagna è ad esempio al 34% e al 31% rispettivamente.
Nuove borse di studio per le donne
Per quanto riguarda gli incentivi alle donne, «C’è un grosso sforzo di incentivare e sensibilizzare le ragazze ai corsi Stem perché sono quelli di cui il mercato chiede più competenze. Quest’anno, da una prima analisi delle immatricolazioni, dove vediamo una riduzione complessiva del 3-4%, abbiamo dati interessanti nelle materie Stem, con una crescita delle immatricolazioni delle ragazze ad alcune materie anche del 12%» ha affermato la ministra Messa.
Secondo Messa, «il numero delle donne che scelgono di fare ricerca è alto, siamo alla parità con i colleghi uomini e nei dottorati di ricerca sono di più. Il problema è che spesso restano ferme lì, nel senso che poi il numero di donne nei ruoli di professori ordinari e professori associati decresce direi in modo esponenziale, nei professori ordinari il numero di donne non supera il 30%». Secondo la ministra, questa situazione «ha diverse cause e una di queste è la difficoltà a conciliare famiglia e lavoro su cui bisogna intervenire dando strumenti di sostegno aggiuntivi».
Secondo alcune stime del Sole 24 Ore tuttavia, l’aumentare stanziato potrebbe essere irrisorio per gli obiettivi prefigurati. Le risorse potrebbero sì aumentare le borse di studio di 700 euro, ma non aiuterebbero ad aumentare il numero di beneficiari: per quest’ultimo obiettivo servirebbe circa 1 miliardo e mezzo di euro.