Si discute tantissimo in questi giorni sulla Legge di Bilancio 2022: le dichiarazioni scritte nel Documento Programmatico di Bilancio (DPB) rivelano che il Bonus Facciate non verrà rinnovato nel 2022, mentre sono sorti diversi altri dubbi e titubanze nei confronti di altri bonus.
Si tratta in particolare del Bonus Sisma, l’Ecobonus, il Bonus Mobili e il Bonus Verde: 4 bonus fortemente voluti dal Governo Conte II e su cui si hanno molti dubbi legati al loro rinnovo. Oltre a questi, non sarà invece sicuramente rinnovato il Bonus Facciate, che consentiva a chiunque (inquilini e proprietari, residenti e non residenti nel territorio dello Stato, persone fisiche e imprese) di recuperare in 10 anni il 90% dei costi sostenuti per il rifacimento delle facciate esterne degli edifici. Erano inclusi gli interventi di recupero e restauro delle facciate, così come la semplice pulitura e tinteggiatura, gli interventi su balconi, ornamenti e fregi. Il tutto senza limite di spesa o necessità di migliorare l’efficienza energetica.
Le motivazioni
La motivazione risiede innanzitutto nella priorità del Governo, che vorrebbe concentrare le risorse sul più efficiente Superbonus 110%, che ha un impatto ambientale molto più significativo e decisivo. Il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici, con la riduzione dell’impatto ambientale del riscaldamento (e raffreddamento) degli edifici in un ottica green, è uno dei temi del PNRR, finanziato dall’Europa con 13,9 miliardi di euro per il nostro Paese.
Poi, ci sono i costi delle materie prime, schizzati alle stelle in questo 2021. Ne avevamo parlato qui: c’entrano il Covid, i bonus di ristrutturazione che hanno aumentato a dismisura la richiesta dei materiali, e i ritardi nei cantieri. Secondo Claudio Polonia, presidente dell’Associazione nazionale ponteggiatori, la colpa sarebbe dello “Stato italiano” che avrebbe concentrato in un lasso di tempo troppo breve tutti i bonus ristrutturazione.
C’è inoltre una motivazione legata all’organizzazione, oltre che ai costi delle materie prime: secondo il presidente di FederlegnoArredo, Claudio Feltrin l’eccesso di burocrazia avrebbe “rallentato i lavori”.
Senza Bonus Facciate le operazioni di restauro meno invasive resterebbero agevolate solo con il Bonus Ristrutturazione al 50%, mentre quelle più radicali con l’Ecobonus al 75% (se venisse confermato). È un cambiamento che porterà a far riflettere molti proprietari e inquilini, che avranno minor convenienza economica a iniziare i lavori.
Superbonus 110%
Resta invece, e verrà prorogato, il Superbonus 110%, ma anche in questo caso, si parla già di alcune eccezioni. Se inizialmente il Superbonus era previsto al 2023 soltanto per gli edifici popolari, ora potranno beneficiare di questa proroga biennale anche i condomini, le cooperative di abitazione a proprietà indivisa, IACPP, organizzazioni di volontariato e associazioni, società sportive dilettantistiche. Assieme a questi, anche alberghi, agriturismi, ristoranti, impianti sportivi, scuole paritarie, strutture religiose, case di cura, convitti, seminari e conventi, orfanotrofi e ospedali.
Nella lista mancano però le villette private, grandi assenti da questa proroga “di favore”. Tra le motivazioni, c’è il fatto che i migliori risultati per l’ambiente si ottengono abbattendo le emissioni dei grandi complessi immobiliari, e non delle piccole abitazioni e degli edifici monofamiliari.
Il tavolo di discussione è stato aperto, e la direzione per ora sembra essere questa. Per un 2022 senza Bonus Facciate e senza Superbonus per le villette indipendenti. Con qualche dubbio rimanente su tutti gli altri bonus.