Amazon ha avviato un’azione legale nei confronti degli amministratori di oltre 10.000 gruppi Facebook nati con lo scopo di fare realizzare recensioni false, in cambio di denaro o prodotti gratuiti.
L’azione legale ha coinvolto gruppi di Facebook che operano questa pratica sui siti di Amazon negli Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Francia, Spagna e anche Italia.
Si tratta, in sostanza, di gruppi appositamente creati per trovare persone che siano disposte a pubblicare delle recensioni false, o ad ogni modo fuorvianti, su alcuni negozi Amazon. Il tutto in cambio di denaro o prodotti gratuiti.
L’obiettivo del colosso dell’e-commerce è chiaro: riuscire a captare più informazioni possibili attraverso questa azione legale per identificare i malintenzionati responsabili e rimuovere quindi i contenuti commissionati da questi truffatori.
Recensioni false: Amazon le combatte dal 2018
Amazon combatte ufficialmente le recensioni false dal 2018, da quando un’inchiesta del Washington Post scoperchiò un sistema basato su rimborsi di prodotti economici da parte di venditori laddove la recensione pubblicata fosse positiva.
Solo dal 2020 Amazon ne ha segnalati a Meta più di 10.000, la quale ne ha eliminati più della metà per violazioni della sua policy, mentre continua comunque a indagare sugli altri. Un esempio? Il gruppo Amazon Product Review, che aveva oltre 43.000 utenti e chiedeva recensioni a pagamento prima che fosse chiuso da Meta all’inizio dell’anno.
Un team apposito di professionisti a salvaguardia del cliente
Amazon da anni ha creato un vero e proprio team composto da 12.000 persone che si occupa di proteggere i clienti, i marchi, i partner di vendita e lo stesso store da contraffazioni, frodi e altre forme di abuso.
In più, una parte della squadra si dedica specificamente alle indagini sugli schemi di recensioni false sui social, segnalando regolarmente i gruppi abusivi a società quali Facebook, Instagram, TikTok e Twitter.
Ma quello delle recensioni false è un problema ben più grande di Amazon, in quanto investe tutto il settore delle vendite online. Il colosso dell’e-commerce auspica che si riesca a raggiungere un accordo tra aziende che si occupano di commercio online, social media e autorità , in modo da garantire ai consumatori finali un livello di protezione sempre più elevato.