L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha sanzionato con una multa complessiva di poco meno di 6 milioni e mezzo di euro la società Eni Plenitude.
La società è finita nel mirino dell’AGCM a fine dicembre 2023 dopo 108 segnalazioni e 7 reclami da parte di utenti che lamentavano la ricezione di telefonate indesiderate. La motivazione? La nota azienda che commercializza gas ed energia effettuava chiamate promozionali senza il consenso dell’interessato o rivolte a numeri iscritti al Registro delle opposizioni
Le motivazioni della maxi multa contro Eni Plenitude
Dall’istruttoria è emerso che in una settimana campione su 747 contratti stipulati, 657 sono arrivati da un contatto illegittimo.
Le lamentele ricevute dall’AGCM da parte degli utenti si focalizzavano principalmente sulla ricezione incessante di telefonate indesiderate, ma dopo un’attenta analisi da parte dell’Autorità è venuto alla luce che questi non rappresenta affatto l’elemento più grave della vicenda.
Nello specifico i 6,4 milioni di euro di multa sono stati comminati per tre ragioni:
- chiamate promozionali effettuate senza consenso;
- chiamate promozionali indirizzate anche a soggetti iscritti al Registro delle opposizioni;
- assenza di controlli in merito a contratti illeciti.
Risultano gravi soprattutto le lacune riguardanti il controllo e monitoraggio di agenzie e sub-agenzie e la commistione di data-base. infatti, ben 381 numeri di telefono sono stati ottenuti tramite comparatori online, 179 mediante il canale web assistito, 80 tramite campagne rivolte alla clientela sulla base di consensi rilasciati nell’ambito dei rapporti contrattuali e 17 nell’ambito di campagne di co-marketing.
In sostanza, in un anno Eni Plenitude avrebbe attivato circa 32.850 forniture in modo illecito.
Pertanto, oltre al pagamento della sanzione, Eni Plenitude dovrà interrompere il trattamento dei dati dei 657 utenti lesi e implementare misure per impedire il caricamento di contratti generati da contatti illeciti.
La risposta di Eni Plenitude
Non si è lasciata attendere la replica di Eni Plenitude, che difende la correttezza del proprio operato sia sotto il profilo della tutela dei dati personali, sia della gestione dei propri partner.
Per tale motivo si riserva la possibilità di impugnare il provvedimento: