Groupon, società che raccoglie e vende sulla sua piattaforma offerte per ogni tipo di esperienze, chiude entro la fine dell’anno la sua sede di Milano e abbandona l’Italia.
Secondo l’Agenzia delle Entrate, infatti, il gruppo americano deve ben 141 milioni di euro al fisco italiano, tra sanzioni e mancato versamento delle imposte.
Groupon ha deciso dunque di uscire definitivamente dal mercato italiano, licenziando i 33 dipendenti che hanno lavorato finora negli uffici del capoluogo lombardo.
La contesa fiscale
La prima contesa risale al 2011, quando l’azienda è stata accusata di aver omesso il versamento delle imposte relativo ai prezzi di trasferimento dei servizi scambiati con la sede ubicata in Irlanda. La sentenza di primo grado della giustizia tributaria arriva solo lo scorso dicembre 2023 e dichiara colpevole la divisione italiana di Groupon di non aver versato le imposte dovute, richiedendo una garanzia di 74 milioni di euro aspettando il ricorso in appello.
Una cifra di cui Groupon Italia, secondo i bilanci, non dispone; dunque i conti correnti sono stati pignorati, con l’intenzione di sbloccarli solo dopo l’approvazione di un piano di rateizzazione.
Ultimamente, inoltre, la sede italiana ha ricevuto un ulteriore avviso di accertamento del fisco da 28 milioni di euro, che si somma a sanzioni, interessi e mancati versamenti, per un totale di 141 milioni di euro. Una somma di cui Groupon non dispone.
Groupon abbandona l’Italia
A luglio 2024, il Consiglio di Groupon S.r.l. ha approvato l’uscita dell’attività locale in Italia e le relative azioni di ristrutturazione associate all’uscita.
La vendita di prodotti Groupon sul territorio italiano è terminato già da aprile e la chiusura dell’ufficio milanese, avverrà entro la fine del 2024, con l’uscita di 33 dipendenti.
La battaglia legale di Groupon con le autorità italiane sembra però destinata a continuare. La società si dichiara convinta di aver agito nel rispetto delle normative e prevede ulteriori ricorsi, non solo in Italia ma anche a livello europeo, avvalendosi delle procedure per la risoluzione di controversie tra stati membri dell’Unione Europea.
All’interno del Form 10-Q indirizzato alla Securities and Exchange Commission (SEC), Groupon S.r.l. afferma: