Il 20 luglio 2023, TIM ha annunciato rincari automatici legati all’inflazione sulle offerte di rete fissa a partire da aprile 2024. Una decisione annunciata già dallo scorso anno che, in sostanza, indicizza i costi delle tariffe all’inflazione: se questa cresce i prezzi aumentano, ma se scende… i prezzi rimangono invariati!
Come spiega la compagnia telefonica in una nota ufficiale, infatti, il canone sarà incrementato “in misura percentuale pari all’indice di inflazione (IPCA) rilevato dall’Istat, non tenendo conto di eventuali valori negativi dello stesso, maggiorato di un coefficiente pari a 3,5 punti percentuali”. Tale incremento comunque non potrà superare il valore complessivo del 10%.
Una decisione che ha scatenato la rivolta dei consumatori e delle associazioni a loro tutela.
Adeguamento dei prezzi delle tariffe TIM all’inflazione: in cosa consiste il rincaro e quando avrà inizio
Se sei cliente di rete fissa TIM, occhio alla bolletta di luglio 2023: sarà proprio qui che l’operatore telefonico annuncerà le rimodulazioni delle offerte!
La variazione del canone mensile dell’offerta avrà decorrenza dal 1° aprile di ciascun anno a partire dal 2024, con riferimento al valore dell’indice IPCA rilevato per l’anno solare precedente.
TIM, con almeno 30 giorni di anticipo rispetto alla data di applicazione dei nuovi prezzi, pubblicherà sul proprio sito web uno specifico avviso, recante l’indicazione del valore percentuale dell’aumento.
La variazione del canone mensile dell’offerta sarà comunicata, inoltre, per ciascun anno di riferimento, mediante un apposito messaggio sui canali digitali (SMS, e-mail, App MyTIM) e tramite messaggio in fattura.
Il meccanismo di rimodulazione dei costi è legale?
Il sistema che permette agli operatori di aumentare i costi prende il nome di “rimodulazione” e consiste in una variazione di contratto unilaterale consentito dalla legge, ma con determinati limiti da rispettare. Quindi TIM può correggere le tariffe in qualsiasi momento, ma è obbligato ad avvisare per tempo e in modo chiaro i suoi clienti, in modo tale da permettere loro di recedere dal contratto e cambiare l’operatore senza il pagamento di penali.
In questo caso specifico, però, le associazioni a tutela dei consumatori Adiconsum, Adoc, Cittadinanzattiva, Federconsumatori e Udicon evidenziano in una lettera che l’operatore telefonico specifica che “l’unica possibilità per i clienti coinvolti di sottrarsi alla modifica è di recedere entro il 30 settembre prossimo“. Tali modifiche si profilano quindi in potenziale contrasto le considerazioni esposte dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) nella delibera 89/23/Cons., nella quale si afferma:
I messaggi sull’effettivo aumento della tariffa, nel caso specifico di TIM, arriveranno il primo aprile del prossimo anno, quando scatterà l’aumento e quando questo non potrà essere considerato una rimodulazione. Ossia TIM sta comunicando con eccessivo anticipo un rincaro che avrà luogo tra ben 8 mesi, momento in cui il tempo per cambiare offerta o recedere sarebbe più che scaduto!
Come recedere dal contratto senza costi aggiuntivi?
Qualunque sia l’esito della protesta sollevata dalle associazioni a tutela dei consumatori, l’utente ha diritto al recesso o al cambio operatore senza alcuna penale né costi di disattivazione entro il 30 settembre 2023.
In caso tu abbia ricevuto l’avviso e voglia rifiutare la rimodulazione, quindi, puoi recedere utilizzando uno di questi strumenti a disposizione:
- l’invio di una raccomandata al seguente indirizzo:
TIM, SERVIZIO CLIENTI
CASELLA POSTALE 111
00054 FIUMICINO (ROMA)
- l’invio di una pec a disattivazioni_clientiprivati@pec.telecomitalia.it;
- la richiesta all’interno dell’area clienti MyTIM;
- la chiamata al servizio clienti 187;
- andare in un centro convenzionato per procedere con l’operazione desiderata.