Domani venerdì 18 marzo l’atteso decreto taglia prezzi di benzina e diesel sarà finalmente varato dal Governo.
Questo decreto ha la funzione di scudo contro il forte rincaro del petrolio e del gasolio a cui stiamo assistendo nell’ultimo periodo. Una misura che punta ad alleggerire il costo del carburante di 20 centesimi per 3 mesi, utilizzando l’accisa mobile per abbassare il costo del carburante alla pompa.
Il Governo, infatti, sta valutando l’ipotesi di praticare un’accisa mobile sul prezzo di benzina e diesel «al fine di contenere l’impatto sui consumatori finali». Questo ciò che ha affermato Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, durante l’informativa in Aula al Senato. In tale sede sono stati discussi i recenti ulteriori rincari del costo dell’energia e le possibili misure adottabili per contrastarne gli effetti.
Cos’è nello specifico l’accisa mobile?
L’accisa mobile è una quota fissa che resiste dai tempi che furono. Un’imposta indiretta a riscossione immediata che viene applicata alla quantità di energia consumata, in base al D.L.504 del 26/10/1995 del Testo Unico Accise (T.U.A.).
Il meccanismo dell’accisa mobile, che viene ripreso all’interno del decreto taglia prezzi del carburante, è stato introdotto nella legge finanziaria del 2008. Ogni trimestre un procedimento automatico fa scattare correzioni di accisa per compensare le variazioni dell’Iva, che sono dovute all’andamento dei prezzi internazionali dei prodotti rispetto alla media dei tre mesi precedenti.
In totale in Italia le accise sui carburanti sono 18: 8 introdotte tra il 1956 e il 1996 e 10 tra il 2004 e il 2014. Si tratta di un costo fisso che, secondo quanto rilevato dalla Unem (Unione Energie per la Mobilità) al marzo 2022 pesa per 0,728 euro sul prezzo della benzina e 0,617 per il diesel.
Ulteriori possibili interventi dello Stato
Il Governo studia intanto anche altri interventi da poter introdurre nel decreto taglia prezzi, come ad esempio la possibilità di rateizzare le bollette. Ad oggi già esiste un meccanismo che permette di pagare il 50% subito e la rimanente parte suddivisa in dieci rate: l’idea del governo è di ampliarlo.
Un’altra opzione che si sta prendendo in considerazione è la tassazione degli extra profitti delle compagnie energetiche. Si parla di “contributi di solidarietà sostenibili” nei confronti dei comparti che durante la pandemia Covid hanno registrato extra profitti (come quello assicurativo). Questo con il fine di recuperare risorse da destinate a famiglie e imprese alle prese con il caro carburanti.
Ma la vera novità è la possibile introduzione di controlli alle pompe di benzina, attraverso la monitorizzazione del prezzo da parte della struttura “Monopoli e Dogane”, alla quale sono collegate ben 20.000 pompe di benzina.
L’UE e il tetto massimo al prezzo del gas
Intanto a Bruxelles si parla di un’azione coordinata a livello europeo che fissi un tetto massimo al prezzo del gas.
«Abbiamo dato mandato alla Commissione di lavorare nelle prossime settimane su un meccanismo per il controllo del prezzo del gas», ha chiarito Vincenzo Amendola, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, parlando della cosiddetta “unione dell’energia europea”. Una soluzione potrebbe proprio essere quella di porre un limite di prezzo sull’importazione di gas naturale in Italia.