La sfilza di sanzioni che sta colpendo diverse imprese arriva anche per Gamestop.
Federconsumatori, in seguito alla ricezione di diverse lamentele verso il rivenditore videoludico, ha segnalato all’AGCM (Garante della Concorrenza e del Mercato) le pratiche commerciali scorrette adottate dall’azienda. È dunque partito un procedimento istruttorio, terminato con una multa da ben 750mila euro per Gamestop.
Il rivenditore è infatti reo di aver «diffuso informazioni inesatte e ingannevoli sull’effettiva disponibilità dei prodotti venduti online e sui relativi prezzi, oltreché sui tempi di consegna, ma ha anche imposto l’acquisto di prodotti accessori in abbinamento forzoso (bundle) [come quelli proposti per PlayStation 5 e Xbox Series S/X, ndr] e l’annullamento unilaterale e discrezionale degli ordini effettuati dai consumatori». Inoltre «molti utenti hanno lamentato non poche difficoltà nel contattare il servizio di assistenza post-vendita della società tramite call-center e nell’esercizio del diritto di recesso e rimborso».
La pena è dunque necessaria per aver creato un notevole pregiudizio in termini economici per i consumatori, aggravata dal fatto di aver adottato tali pratiche durante lo scoppiare della pandemia, che a causa delle forti restrizioni ha portato ad un inevitabile boom del commercio online.
Dal canto suo Gamestop, seppur il suo comportamento sia comunque biasimabile, è stata in un certo senso “costretta” a fare ciò che ha fatto: non è un segreto che prima dell’arrivo della pandemia l’azienda si sia trovata sull’orlo del fallimento, avendo dovuto chiudere diversi suoi negozi per rientrare nei costi ma cercando comunque di rimanere influente nel settore. Certo è che approfittarsi dei consumatori per tornare in pista non è neanche corretto, di conseguenza la multa per Gamestop è più che meritata.
Ma per Federconsumatori la faccenda non si chiude qui. Per evitare futuri casi di questo tipo, ribadisce la necessità di adottare con urgenza, anche attraverso buone prassi, una regolamentazione più precisa e stringente nel settore dell’e-commerce, in modo da garantire ai consumatori adeguate tutele.