La novità assistenziale voluta dal governo Conte entra in vigore ora: arriva il reddito destinato alle donne vittime di violenza
Arriva una novità nel meccanismo di assistenza statale verso le categorie più fragili e svantaggiate. Fortemente voluto dal precedente governo Conte, il 20 luglio ha raggiunto anche la Gazzetta Ufficiale ed è finalmente diventato legge: si tratta del Reddito di Libertà, una misura in protezione delle donne vittima di violenza.
Il reddito è un assegno che può portare fino a 400 euro mensili a tutte le donne, sole o con figli minori, vittime di abusi e/o violenza. Il Reddito di Libertà sarà cumulabile con quello di Cittadinanza.
A chi è rivolto e perché
Il Reddito è rivolto alle donne che hanno subito violenza e che sono seguite da un centro antiviolenza riconosciuto. Il reddito, che può arrivare a 400 euro mensili per massimo un anno, ha l’obiettivo di contribuire a far raggiungere alla donna vittima di violenza la propria indipendenza: ad esempio, il reddito potrà aiutare la donna a pagare un affitto, a riacquistare l’autonomia personale, a supportare le spese scolastiche dei figli, se presenti.
Compatibilità con altri istituti di sostegno
Il Reddito di Libertà, per sua natura, è compatibile con tutti gli altri istituti di sostegno statali, come ad esempio il reddito di cittadinanza o gli assegni famigliari.
Le risorse totali messe a disposizione per le Regioni ammontano a 3 milioni di euro, e sono ripartite secondo dei criteri specifici tra Regioni e Province autonome. Alla Lombardia e alla Campania spettano le porzioni maggiori del Reddito di Libertà, seguite da Lazio, Sicilia e Veneto.
Secondo i dati Istat, nel 2020 le chiamate al 1522, il numero di pubblica utilità contro la violenza e lo stalking, sono aumentate del 79,5% rispetto al 2019. Il motivo risiederebbe nel lockdown forzato che ha portato tantissime donne a essere costrette in casa con il proprio aggressore.
Come richiederlo
Per richiedere il Reddito di Libertà, occorrerà presentare all’INPS domanda tramite un apposito modulo che fungerà da autocertificazione. In allegato a questo documento, la donna che presenterà domanda dovrà portare una dichiarazione firmata dal rappresentante legale del Centro antiviolenza che la segue, e una dichiarazione del servizio sociale professionale di riferimento, che ne attesti lo stato di bisogno straordinario o urgente.
Per definire i dettagli della richiesta, ora manca soltanto l’istruzione specifica dell’INPS che definirà, nel dettaglio, i contorni della misura e le modalità con cui richiedere il contributo economico.