La banca ha avvisato i conti correntisti con più di 100mila euro sul conto e nessun finanziamento o mutuo del diritto unilaterale di recedere dal contratto e chiudere il conto. Il motivo è il costo alto della liquidità.
Tanti soldi sul conto? Non sei un buon cliente!
Questo in riassunto il messaggio che la settimana scorsa hanno ricevuto quei clienti Fineco con più di 100mila euro liquidi nel conto e nessun finanziamento o mutuo intestato. I soldi liquidi e depositati non rappresentano nessun investimento, e nessuna fonte di guadagno, né per il risparmiatore né per la banca. Anzi, per entrambi rappresentano una fonte di perdita annuale, da un lato per l‘inflazione che ogni anno erode in media l’1% dei soldi depositati e non messi a frutto, e dall’altro per la banca per i tassi negativi sui depositi overnight alla BCE.
Il messaggio
Il 18 marzo i clienti di Fineco si sono visti recapitare questa lettera:
“Gentile cliente, nel corso del 2020, al fine di sostenere e fornire il giusto stimolo all’economia comunitaria, la Bce ha adottato una politica monetaria espansiva ricorrendo a un ampio pacchetto di misure di politica economica che hanno prodotto un incremento della liquidità, con conseguente aumento dei livelli di giacenza in conto corrente e un’ulteriore riduzione dei tassi di interesse interbancari come l’Euribor, il tasso utilizzato dalle banche nelle proprie operazioni di finanziamento. Nello specifico, nel 2020, la media mensile dell’Euribor a 1 mese ha proseguito la sua discesa toccando a febbraio 2021 il valore di -0,553%, con un differenziale negativo pari a -0,098% rispetto a ottobre 2019. In particolare, l’ulteriore riduzione del tasso Euribor a 1 mese non dipendente dalla sfera decisionale della banca, e la prospettiva che si mantenga su tali livelli per un periodo di tempo ancora lungo hanno determinato, tra gli altri effetti, un impatto sfavorevole sull’attività di gestione della liquidità, con particolare riferimento a quella depositata dai clienti sul conto corrente (specie se per lunghi periodi), rendendola ancora più onerosa per la banca. In tale contesto le condizioni di equilibrio stabilite a novembre 2019 in occasione della revisione delle condizioni economiche del conto Fineco, vengono meno se l’impatto negativo della riduzione del tasso Euribor sul margine d’interesse della Banca non risulti controbilanciato dai ricavi connessi all’utilizzo da parte dei clienti dei servizi di investimento e di finanziamento offerti dalla banca”
Che cosa vuol dire? Semplice: i conti inattivi con troppa liquidità stanno diventando troppo onerosi per la banca. E alcuni di questi saranno chiusi.
I conti correnti Fineco a rischio chiusura
Fineco si riserva il diritto di chiudere quei conti correnti che soddisfano tutte le seguenti caratteristiche:
- Presenza sul conto di una giacenza media uguale o superiore a 100 (cento) mila euro;
- Assenza di qualsiasi forma di finanziamento (a titolo esemplificativo e non esaustivo: mutuo, prestito personale, Credit Lombard), anche se già concesso ma non utilizzato ad eccezione delle carte di credito;
- Assenza di qualsiasi forma di investimento in prodotti di risparmio gestito o amministrato.
Secondo gli analisti di Equita sim «i clienti che hanno un ammontare significativo di liquidità sul conto e ‘inattivi’ sono in numero molto contenuto».
Il tasso overnight spiegato in parole semplici
La motivazione della decisione di Fineco risiede nei costi del tasso overnight, ossia il tasso di deposito presso la Banca Centrale Europea.
Il tasso overnight è la remunerazione che la BCE riserva alle banche che versano presso di essa la liquidità in eccesso. Dal giugno 2014, il tasso overnight è diventato negativo, a causa delle manovra espansive della BCE che ha cercato di stimolare le banche a immettere i soldi nell’economia reale (attraverso finanziamenti, prestiti, ecc.). È evidente che con un tasso negativo e tanta moneta ferma in risparmio, non convenga più a Fineco mantenere attivi quei conti che per volontà dei clienti sono di per sé inattivi.